Il 15 Maggio 1310 si aprì a Brindisi presso la Chiesa di Santa Maria del Casale il “processo ai Templari”
Dall’interrogatorio di Ugo di Samaya e Giovanni da Neritone, sugli usi dei Templari il 4 Giugno 1310 venne scritto:
“XIV Articolo: riguardante la presunta adorazione di un gatto, Frate Giovanni rispose che partecipò ad un Consiglio che fratello Rinaldo tenne nella sala del Pavalon, alla presenza di molti fratelli dell’Ordine. Qui egli vide un gatto dal pelo grigio azzurro, al che tutti i fratelli presenti, compreso egli stesso, che erano seduti, si alzarono in piedi e toltisi i cappelli o i cappucci, s’inchinarono. Egli stesso confermava che i Templari adoravano questo gatto. Non avendo lui nulla in testa, come segno di rispetto nei confronti del gatto grigio azzurro, giunto nella sala, fu costretto ad abbassare il capo”.
Questo è il testo più antico che parla dei Certosini, gatti che furono importati in Europa dai Cavalieri Templari nel Medioevo, lasciati ai Monaci per sdebitarsi con loro. Vennero allevati nelle “Certose”, per il loro abilissimo fiuto nel cacciare i topi, a tutela dei granai e dei manoscritti. Dariva da quei luoghi , ameni e riservati, la definizione del gatto “CERTOSINO”